La Biografia di Giuseppe Calì 

Giuseppe CALÌ nasce a Palermo nel 1976, in una famiglia che ha sempre avuto un forte legame con l’arte e la cultura. Fin da piccolo Giuseppe mostra una predisposizione per il disegno e la pittura. A soli 5 anni inizia a dipingere, incoraggiato dal nonno materno, un artista dilettante schivo e pungente che gli ha trasmesso la passione dei colori e le forme, si può dire che questo gusto, è nato proprio con lui, che aveva capito e coltivava la sua passione. Nel 1990 sentendo il richiamo del mondo artistico, decide di intraprendere gli studi artistici, e da li a poco era iscritto al primo anno dell’ Istituto Statale D’Arte corso di decorazione, dal 1990 al 1997 si diploma Maestro d’Arte con un discreto voto. Nel 1996 a Palermo, il espone i suoi primi lavori nella galleria del Sigor. Rizzo, (un conoscente del padre), per lui era un momento incredibile come se stesse organizzando la sua prima esposizione personale. Decide di continuare gli studi e di rinviare il servizio militare, diventa uno studente Universitario dell’Accademia delle Belle Arti al Papireto, dopo due anni, decide di abbandonare gli studi e di pensare al suo futuro, parte volontario in ferma breve per tre anni dal (1997). Il primo stipendio, lo resero indipendente, poteva disporre di liquidità per fare quello che più gli piaceva fare, DIPINGERE. Compra degli album dei colori delle matite, era di nuovo vivo, carico di entusiasmo, di ambizioni, di illusioni e godeva nel sapere che da quel momento la pittura sarebbe diventata la sua valvola di sfogo. Questo cambiamento segna un nuovo capitolo nella sua vita. Gli vengono commissionati lavori e creò il nuovo stemma del 1° Reggimento della Caserma G. Perotti di Fossano (CN), con un’aquila che regge con gli artigli l’obice (sistema d’arma), stemma successivamente riadattato in misure maggiori per essere collocato nella facciata principale della caserma. Dello stesso periodo è anche l’opera “La presa di posizione dell’Artiglieria da Montagna” realizzato in acrilico su tela e donata al Reggimento. In questi anni le opere assumono aspetti tipici dell'astrattismo. Nel 2009 incontra le pitture di Picasso a Madrid, studia Pollock e Riopelle e l’Action painting, cercava di capire un altro aspetto della realtà e il modo di disegnare e dipingere diventa fulmineo con effetti di passaggi veloci, avvenuti d'istinto e senza riflessione. E' una libertà creativa istantanea, un'azione artistica che nasce prima, ed è più veloce, di ogni scelta, dove le forme e i colori s’intrecciano come specchio dei sentimenti narrando l’idea di libertà dai confini e dalla staticità. Questa forma d’arte gli permette l’espressione più alte della sua personalità per uscire dalla coscienza razionale, comprendere ciò che è “oltre i confini” e realizzare potenzialità che sono inconsce. Per ora quello che è importante è dipingere. Sono maturate nuove convinzioni, nuove determinazioni. Il suo modo di fare pittura, è arrivato a quel punto per il quale andare avanti, o meglio non fermarsi vuol dire andare oltre il figurativo, le figure si allungano prendono un’altra forma, quel desiderio di non avere limiti di non sottostare a regole esterne. Grazie all’utilizzo di pigmenti ad acrilico crea effetti smaltati che portano le linee e le forme ad assomigliarsi ed armonizzarsi nello spazio. Attraverso queste opere elabora un sistema simbolico del senso della vita "Universale" che rivela nuovi modi di pensare gli spazi. Nel 2009 ebbe l’occasione di esporre le sue opere in uno spazio espositivo di corso Garibaldi a Torino “Artefilia” dove si esponevano opere di artisti locali. Una stanza dove poteva liberamente fare vedere a un numero maggiore di persone la sua arte, e quindi maturare le sue esperienze. Sono del 2009 le prime partecipazioni a un’esposizione collettiva con l'etichetta dell'ufficialità. Era l'esposizione organizzata dalla Curatrice Artistica di Milano nella zona Navigli Sabrina Falzone collettiva dal titolo “Pioggia di Colori”. Quell’occasione fu per lui importantissima perché per la prima volta vide le sue pitture allineate vicino alle pitture di altri artisti che non conosceva. Solo con la pittura, con le responsabilità, con l’orgoglio, con l’ambizione, ha dato vero inizio a quella che è la sua vita di pittore. Dipinge, e le varie esposizioni danno soddisfazioni, capisce piano piano che cos'è la pittura in tutte le sue forme, anche gli errori si sommano agli errori, ma per fortuna se ne accorge e non li ripete. È del 2009 il primo quadro non figurativo, poi ancora un ritorno a sintesi che sono dei flashback di personaggi, ordinato in linee orizzontali e verticali che si incontrano. La sua pittura ha origine nel bisogno di cercare altre forme che non siano la realtà, situazioni paesaggi, tutto è diverso, andare oltre il limite almeno con l'immaginazione. Nel 2010, assetato dal bisogno di rendere il più possibile prezioso il modo di far pittura, usa tecniche più disparate dalla sabbia ai gusci d’uovo foglia oro. Va avanti sorretto dalla certezza che un giorno gli sarà data l’opportunità di fare conoscere la sua pittura a un pubblico più grande. Da questa convinzione nasce la voglia di partecipare a tante iniziative, ma il 2013 è un anno di cambiamento interiore e pratico. Si trasferisce nella città di Moncalieri (TO), e continua tra alti e bassi una vita di lavoro e pittura. Un anno di riflessione che non porta nulla di buono alla sua pittura, ma nello stesso tempo mettendola da parte momentaneamente cerca di seguire la strada della progettazione grafica che è il modo migliore per non staccarsi completamente e non perdere la voglia di creare. Segue il progetto grafico di un logo di un azienda agricola di Bra in provincia di Cuneo. Sposò subito la causa perché sostanzialmente creare un logo è una responsabilità non da poco. Negli ultimi anni le varie partecipazioni alle collettive/esposizioni esattamente dal settembre 2014 cambiano, grazie alla conoscenza con Giovanni Prelle Forneris Presidente della Promotrice delle Belle Arti di Torino, che credendo nel suo modo di vedere l’Arte, gli diede la possibilità di affiancarsi ad artisti emergenti e non. Prepara dei lavori, che in questi anni si sono susseguiti fino al 2019. Di questo periodo sono le opere, “ Immersioni e Lavoro d’artista 1 e 2”, dove si vede il cambiamento repentino, qui prevalgono i colori e le forme spigolose, i volti si allungano, come nell’opera “Io credo nella mia Terra”, che racconta la vita contadina della sua Sicilia, la raccolta dell’uva nel periodo della vendemmia con i suoi inebrianti profumi. I colori presenti nella sua tavolozza sono colori brillanti vividi solari. Gli anni successivi sono stati di poca creatività segnati da situazioni sentimentali/personali che lo hanno portato a non credere più in lui, incredulo che la sua arte lo avesse abbandonato, non sentiva più la necessità di creare, i colori si erano spenti, questa forma di stasi aveva pervaso il suo corpo la sua più profonda essenza si era spenta. Nel 2020 la voglia di cambiamento lo porta a rivedere la sua condizione personale ed emotiva. Il 2025 è un periodo di rinascita pittorica caratterizzato da lunghi anni di assenza, il periodo più lungo e buio della sua vita, durato 7 anni, l’opera “Il buio illumina i miei pensieri” lo rappresenta in pieno. Nell’opera un uomo è accovacciato, immerso in un buio che sembra averlo inghiottito. Eppure, da questo buio emerge un raggio di luce che attraversa la sua testa, come se la mente stesse cercando di emergere dalle tenebre. Il dettaglio più sorprendente è il foro nella testa dell'uomo, da cui escono dei raggi colorati che illuminano un cuore che sanguina. Questo elemento suggerisce che la mente dell'uomo è in grado di trasformare il buio in luce, e di illuminare anche le parti più oscure e ferite del suo essere. Il cuore che sanguina è un simbolo potente della vulnerabilità e della sofferenza umana. Tuttavia, il fatto che sia illuminato dai raggi colorati suggerisce che anche nella più profonda oscurità, c'è sempre la possibilità di trovare la luce e la guarigione. Il cuore pulsante e colorato rappresenta l’amore per l’arte, la passione che va oltre il significato, il colore predomina ed è l’unico modo per poter dare forza alle opere che rappresentano i colori della sua amata terra. In sintesi, è un'opera che invita lo spettatore a riflettere sulla propria mente e sul proprio cuore. È un quadro che parla di speranza, di resilienza e della capacità umana di trasformare il buio in luce. E’ un quadro che colpisce per la sua intensità emotiva e la sua profondità simbolica. Giuseppe Calì, è stato insignito del prestigioso trofeo "Artista dell'anno 2025", un riconoscimento che con la sua arte unica e innovativa sancisce la sua posizione come uno degli artisti alla conquista del mercato estero. Le sue opere, caratterizzate da una tecnica materica che combina la pittura su sabbia con colori intensi e vibranti, sono state esposte in alcune delle gallerie più prestigiose del mondo, tra cui Andakulova Gallery di Dubai Emirati Arabi, Casa del Arte Palma di Maiorca Spagna e Thomson Gallery Fine Art di Zurigo Switzerland. La scelta di esporre le sue opere in formato digitale ha permesso a Giuseppe Calì di raggiungere un pubblico globale e di condividere la sua arte con persone di tutto il mondo. La pittura su sabbia è una tecnica che richiede grande abilità e sensibilità, padroneggiandola con maestria, creando opere che sono sia visivamente attraenti che emotivamente coinvolgenti. I colori intensi e vibranti che utilizza aggiungono una dimensione ulteriore alle sue opere, evocando emozioni e sentimenti nel pubblico. Il successo di Giuseppe Calì è il risultato della sua dedizione e passione per l'arte, e della sua capacità di innovare e di sperimentare nuove tecniche e stili. È un esempio di come l'arte possa essere un mezzo per esprimere se stessi e per connettersi con gli altri, e di come un artista possa raggiungere il successo e il riconoscimento a livello globale.

@giuseppe_caliart

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